Otello
dramma lirico in quattro atti di Arrigo Boito
musica di Giuseppe Verdi
Prima rappresentazione: Milano, 1887
Personaggi: Otello, moro, generale dell’Armata Veneta (tenore); Jago, alfiere (baritono); Cassio, capo di squadra (tenore); Roderigo, gentiluomo veneziano (tenore); Ludovico, ambasciatore della Repubblica Veneta (basso); Montano, predecessore d’Otello nel governo dell’isola di Cipro (baritono); Un araldo, (basso); Desdemona, moglie d’Otello (soprano); Emilia, moglie di Jago (mezzosoprano)
Prima dell’aria
Otello, condottiero africano al servizio della repubblica di Venezia contro i Turchi, è il nuovo governatore di Cipro, dove si appresta a passare la prima notte di nozze con la veneziana Desdemona. Jago, benché finga lealtà e devozione, odia Otello, che gli ha preferito come capitano il giovane Cassio. Durante i festeggiamenti per la disfatta della flotta turca fa dunque in modo che il rivale si ubriachi e rimanga coinvolto in una rissa, suscitando così lo sdegno di Otello che declassa Cassio. Questi, ignorando i veri sentimenti di Jago e la sua macchinazione ai suoi danni, chiede consiglio proprio all’alfiere, che gli suggerisce di chiedere a Desdemona d’intercedere presso il marito.
ATTO II, scena seconda
Jago, solo
Vanne; la tua meta già vedo.
Ti spinge il tuo dimone,
e il tuo dimon son io,
e me trascina il mio, nel quale io credo,
inesorato iddio.
Credo in un dio crudel che m’ha creato
simile a sé e che nell’ira io nomo.
Dalla viltà d’un germe o d’un atòmo
vile son nato.
Son scellerato
perché son uomo;
e sento il fango originario in me.
Sì! questa è la mia fé!
Credo con fermo cuor, siccome crede
la vedovella al tempio,
che il mal ch’io penso e che da me procede,
per mio destino adempio.
Credo che il giusto è un istrïon beffardo,
e nel viso e nel cuor,
che tutto è in lui bugiardo:
lagrima, bacio, sguardo,
sacrificio ed onor.
E credo l’uom gioco d’iniqua sorte
dal germe della culla
al verme dell’avel.
Vien dopo tanta irrisïon la morte.
E poi? ~ La morte è il nulla
e vecchia fola il ciel.
Dopo l’aria
Jago ha fatto sottrarre dalla moglie Emilia, dama di Desdemona, un fazzoletto che Otello aveva regalato alla moglie. Con subdola abilità istilla nel Moro il dubbio che la moglie lo tradisca e gli fa credere che abbia addirittura fatto dono del fazzoletto al suo amante, Cassio. L’intercessione di Desdemona in favore dell’ufficiale declassato non fanno che confermare i sospetti. Otello strangolerà la moglie e, appresa la verità, si suiciderà invocando un ultimo bacio dall’amatissima consorte ormai spenta.
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